// About
L’Archivio per il Cinema Indipendente Italiano è un archivio in divenire, potenziale, in trasformazione, come d’altronde è in trasformazione continua e in potenziale continuo ciò che lo compone, il cinema indipendente. Fondato ufficialmente nel 1990, nato come idea da qualche parte sulla fine degli anni ‘80, quando il Bellaria Film Festival (una volta “Anteprima per il cinema indipendente italiano”) era diretto da un “triumvirato” composto da Morando Morandini, Enrico Ghezzi e Gianni Volpi, oggi si espone a un pubblico, ai curiosi, diventa raggiungibile e ricercabile. Trasmette, restituisce e riceve.
L’Archivio si costituisce dei film selezionati e i non-selezionati di tutte le edizioni del Bellaria Film Festival, raccoglie documenti cartacei e digitali, foto, immagini, in una infrastruttura di fruizione che prova ad introdurre nuovi paradigmi di relazione con gli archivi. Quarant’anni precedono questo momento. Un lungo periodo di atti di cura e gesti antichissimi: conservare, annotare, determinare un potenziale, affidando ad un qualche futuro una qualche possibilità di nuova fatica e desiderio, nuove energie per un probabile e auspicato cambio di stato. Il processo che ha portato, ad oggi, alla digitalizzazione di più di 4500 film, per circa 83 giorni continuativi di visioni, ha preso le sue prime mosse durante la 40ª edizione del Bellaria Film Festival.
Era tutto lì, da tempo, ordinato e osservante, su scaffalature alte sino al tetto dove erano sistemate epoche di immagini elettroniche eterogenee. Fu sufficiente spalancare gli occhi di sorpresa e riconoscerlo, toccarlo, muoverlo. Ne nacque una mostra e di conseguenza una consapevolezza: ciò che ci precede, ci succede.
Scintille inverificabili in un fiume di tempo. Saltarci in corsa, proseguire, e rinnovare cura, ripetere gesti, agitare pensieri, inventare, giocare. Per.